Il 30 Aprile è stato pubblicato il Rapporto 2018 della Commissione europea sull’adeguatezza delle pensioni ,aggiornato ogni tre anni.L’edizione 2018 del rapporto analizza i modi attraverso i quali le pensioni attuali e quelle future contribuiscono a prevenire la povertà in età avanzata e a mantenere costante il reddito delle persone per tutta la durata del pensionamento.
Secondo il Rapporto gli Stati membri prestano sempre più attenzione, nelle loro riforme, ai requisiti di adeguatezza e sostenibilità delle pensioni, ma esso sottolinea che in futuro saranno necessarie ulteriori misure che contemplino: la promozione dell’allungamento della vita lavorativa, l’incoraggiamento dell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, l’offerta di un ambiente di lavoro sicuro e sano, l’adeguamento dell’età pensionabile; disincentivando l’uscita anticipata dal mondo del lavoro e premiando chi posticipa il pensionamento.
Ad oggi, rispetto a dieci anni fa, i cittadini europei anziani a rischio di povertà o esclusione sociale sono 1,9 milioni in meno. Il numero di lavoratori anziani occupati è aumentato di 4,1 milioni solo negli ultimi tre anni.
Ciononostante, nell’UE, attualmente, circa 17,3 milioni di persone di età superiore ai 65 anni (il 18,2%) continuano ad essere a rischio di povertà o di esclusione sociale. Tale cifra è rimasta sostanzialmente invariata dal 2013. Il rischio di povertà e di esclusione sociale tra gli anziani aumenta con l’età: oltre la metà ha più di 75 anni.
Le pensioni percepite dalle donne sono del 37% inferiori a quelle degli uomini (per via di retribuzioni più basse e di una vita lavorativa più breve dovuta alla loro responsabilità di assistenza) mentre le persone impiegate in forme di occupazione atipiche o i lavoratori autonomi hanno condizioni meno favorevoli di accesso e maturazione dei diritti pensionistici.
Quanto all’Italia si legge che:
Nonostante la spesa pensionistica elevata, la sicurezza in età avanzata, in Italia, non è uniforme. Il sistema pensionistico svolge efficacemente la funzione di mantenimento del reddito ma la protezione contro la povertà è inadeguata;
Le riforme delle pensioni del 2016, basandosi sul principio di equità, hanno aumentato la solidarietà sia facilitando il pensionamento anticipato per determinate categorie di lavoratori sia aumentando i redditi pensionistici più bassi;
L’interazione fra i regimi pensionistici obbligatori (sistema di calcolo retributivo- contributivo), un mercato del lavoro più flessibile, tassi di contribuzione più bassi per i lavoratori atipici e per quelli autonomi (nonché la mancanza di copertura nei regimi integrativi) possono portare, nei prossimi decenni, a pensioni inadeguate per i lavoratori con carriere brevi o discontinue;
Al fine di migliorare l’adeguatezza nel lungo termine, continuando a garantire la sostenibilità fiscale, dovrebbero essere adottate delle misure finalizzate a rafforzare la capacità distributiva dei regimi pensionistici obbligatori e integrarli meglio con regimi integrativi.
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