BELLOTTI: NON SFIORARLA NEANCHE CON UN FIORE
“Non sfiorarla neanche con un fiore”
Ci hanno insegnato “non sfiorarla neanche con un fiore”. Solo che ce ne siamo dimenticati.
Vorremmo tanto non parlare di questo argomento, perché ci piacerebbe non sentire più in televisione o in giro di violenza sulle donne e vorremmo non dover più leggere un articolo sul femminicidio, ma la realtà è ben diversa e purtroppo quasi quotidianamente ci capita di ascoltare e affrontare fatti legati a questi drammatici temi. Inutile ribadire che nonostante il trascorrere del tempo, l’evoluzione e il progresso della società, le donne continuano ad essere vittime, il più delle volte inconsapevoli, di persone che stanno loro accanto. Il dato più inquietante è che nella maggior parte parte dei casi i “carnefici” sono persone che queste donne amano e che spesso, nonostante tutto, continueranno a difendere.
Nel corso del tempo le donne hanno dovuto lottare parecchio per arrivare ad avere riconosciute parità basilari, eppure sono ancora considerate il “sesso debole”. Questa “debolezza fisica” può anche essere biologicamente vera, ma nel tempo si è tramutata in una forma di sottomissione obbligata della donna a un uomo. Spesso le donne si trovano in una posizione di difficoltà economica, fisica e psicologica e non hanno i mezzi o la capacità di reagire. Questa condizione tacitamente accettata e considerata normale, anche dalla società nel non troppo distante passato, ha fatto sì che quando una donna cercava di staccarsi da questa “normalità” spesso subiva ritorsioni quasi sempre sfociate in atti di violenza. Una violenza molto spesso accettata e quindi “invisibile” se non quando sfocia in casi eclatanti e che porta a volte morte e, per chi sopravvive, dolore e paura.
La violenza sulle donne si può esercitare in tanti modi, anche senza arrivare agli estremi delle botte, con la sottomissione fisica e psicologica. Violenza sono tutte quelle azioni che si compiono contro la volontà di una donna. Volenza è quando si fanno dei complimenti troppo spinti a una ragazza per strada, quando la si vuole rimorchiare a tutti i costi senza conoscerla, oppure quando le si fanno delle battute sessiste per farla sentire inferiore.
Esiste la violenza domestica, esercitata soprattutto nell’ambito familiare o nella cerchia di conoscenti, attraverso minacce, maltrattamenti fisici e psicologici, stalking, percosse, abusi sessuali, delitti d’onore, uxoricidi passionali o premeditati. Recentemente sono balzati alla cronaca i casi di aggressioni e conseguente “sfigurazione” con l’acido, come a voler “rubare” l’identità di chi si è permesso di abbandonare.
Femminicidio è, purtroppo, diventato una parola che ascoltiamo e ripetiamo con una frequenza agghiacciante. Con questo termine si indica l’omicidio di una donna avvenuto nell’ambito familiare commesso da padri, fidanzati, ex, mariti. In Italia nel 2017 abbiamo avuto una media di una vittima ogni 3 giorni!
Nell’ambito lavorativo e pubblico le donne sono ancora oggi esposte a molestie e abusi, stupri e ricatti sessuali per mantenere il posto di lavoro. In alcuni paesi vengono ancora praticate mutilazioni genitali (infibulazione), matrimoni tra uomini adulti e bambine anche molto piccole (spose bambine), schiavitù sessuali.
La nostra società, nonostante l’emancipazione femminile e l’istituzione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), rimane spesso ancorata a una cultura maschilista.
Il cambiamento deve essere affrontato partendo dal basso, dal tessuto sociale, dalla certezza delle pene.
Si deve partire nelle famiglie e nella scuola dai bambini, dagli adolescenti, dai nostri figli e nipoti, insegnando loro l’educazione ai sentimenti (spesso vista come una forma di debolezza), all’empatia e alla socializzazione, combattendo modelli e comportamenti sessisti, cercando di annullare quegli stereotipi che presentano l’uomo cacciatore e la donna preda.
Mi piace riportare le citazioni di due personaggi, di tempi e estrazioni diverse per sottolineare quanto queste tematiche siano trasversali.
William Shakespeare: “Per tutte le violenze consumate su di Lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le ali che le avete tagliato, per tutto questo: in piedi signori davanti a una donna!”
Luciana Littizzetto: “Un uomo che ci picchia è uno stronzo. Sempre. E dobbiamo capirlo subito. Al primo schiaffo. Perché tanto arriverà il secondo, poi il terzo e il quarto. L’amore rende felici e riempie il cuore, non rompe costole e non e non lascia lividi sulla faccia. Pensiamo mica di avere sette vite come i gatti? No. Ne abbiamo una sola. Non buttiamola via!”
Loredana Bellotti