Rette in RSA per i malati di Alzheimer
Negli ultimi giorni di febbraio, sui mezzi di informazione, si è sviluppato un intenso dibattito intorno ad una sentenza del Tribunale Civile di Roma (n.14180/2016) riguardante la competenza della retta nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) per i malati di Alzheimer.
La sentenza stabilisce che, nei soggetti gravemente affetti da morbo di Alzheimer ricoverati in RSA, la parte della retta di compartecipazione relativa alle spese assistenziali e alberghiere, è a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Per questo motivo, il Tribunale Civile di Roma ha condannato la Regione Lazio al pagamento totale della retta e degli arretrati, per il periodo in cui la persona era stata ricoverata.
Anche il Tribunale di Monza, con sentenza n. 617/2017, emessa a seguito di un procedimento di opposizione a decreto ingiuntivo, ha condannato la RSA alla restituzione delle somme versate dalla persona malata per il periodo del ricovero.
La giurisprudenza ha quindi consolidato un indirizzo interpretativo delle norme vigenti, in virtù del quale l’attività sanitaria e socio-assistenziale prestata in favore di un soggetto gravemente affetto dal morbo di Alzheimer o altre forme di demenza senile, ricoverato in RSA, è qualificabile come attività sanitaria e quindi di competenza del SSN, ai sensi dell’art. 30 della l. 730/1983.
Auspichiamo, comunque, un intervento legislativo, soprattutto a livello regionale, che tenga conto della giurisprudenza, onde evitare possibili contenzio
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